La crisi a Gaza si intensifica: Mattarella definisce la fame “disumana” e l’ONU lancia l’allarme su una catastrofe umanitaria imminente. Scopri gli ultimi aggiornamenti.
La situazione umanitaria a Gaza è al collasso, con il presidente italiano Sergio Mattarella che ha definito “disumano” affamare la popolazione civile, unendosi al coro di critiche internazionali contro il blocco degli aiuti imposto da Israele. Un attacco israeliano a Rafah, su un punto di distribuzione di aiuti, ha causato almeno 27 morti, secondo il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas, alimentando le tensioni.
Escalation e blocco degli aiuti
Il conflitto tra Israele e Hamas si è intensificato, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha dichiarato l’intenzione di mantenere il controllo su Gaza fino alla resa di Hamas. Tuttavia, il blocco degli aiuti umanitari, durato oltre due mesi, ha portato la Striscia sull’orlo della carestia. L’ONU ha avvertito che 14.000 bambini rischiano di morire di fame entro pochi giorni se gli aiuti non verranno ripristinati.
Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha denunciato il caos nella distribuzione degli aiuti, con 77 camion di cibo bloccati e saccheggiati dalla popolazione disperata. Paesi come Regno Unito, Francia e Canada hanno definito “intollerabile” la situazione, mentre l’UE sta valutando la revisione degli accordi commerciali con Israele per presunte violazioni dei diritti umani.
Reazioni internazionali
Il presidente Mattarella, in occasione della Festa della Repubblica, ha ribadito il diritto dei palestinesi a un proprio Stato entro confini certi, sottolineando la gravità della crisi umanitaria. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno bloccato una risoluzione ONU per un cessate il fuoco incondizionato, mentre il loro inviato ha proposto un accordo che Hamas ha giudicato insufficiente. Le proteste israeliane al confine di Kerem Shalom, volte a bloccare gli aiuti, hanno ulteriormente complicato la situazione.
Cosa aspettarsi
La pressione internazionale su Israele sta crescendo, ma le divisioni interne al governo di Netanyahu, tra falchi che spingono per una nuova offensiva e generali preoccupati per i rischi, rendono incerta la strategia futura. Senza un cessate il fuoco immediato, la catastrofe umanitaria prevista dall’ONU sembra inevitabile.
La crisi di Gaza rimane una delle emergenze più gravi del 2025. Le parole di Mattarella riflettono un sentimento globale di urgenza, ma la strada per una soluzione politica appare ancora lunga. La comunità internazionale è chiamata a un’azione decisa per evitare ulteriori sofferenze.