La guerra tra Russia e Ucraina, giunta al suo 1.194° giorno, rimane in una fase di stallo diplomatico. I colloqui di Istanbul del 2 giugno 2025 non hanno prodotto risultati concreti, con entrambe le parti ferme su posizioni inconciliabili. Mentre il presidente russo Vladimir Putin chiede garanzie scritte contro l’espansione della NATO, l’Ucraina di Volodymyr Zelensky denuncia attacchi sempre più intensi, come il raid su Sumy che ha ucciso tre civili, tra cui un bambino di un anno.
Putin alza la posta
Secondo fonti Reuters, Putin ha ribadito la necessità di un impegno formale da parte dell’Occidente per bloccare l’ingresso di Ucraina, Georgia e Moldova nella NATO, oltre alla rimozione di alcune sanzioni contro Mosca. Tuttavia, il memorandum russo è stato definito “inaccettabile” da Kiev, che insiste per un cessate il fuoco di 30 giorni per avviare negoziati su una pace duratura. Nel frattempo, un attacco di droni ucraini ha colpito basi militari russe in Siberia, distruggendo 41 aerei, un’azione che ha alzato ulteriormente la tensione.
Il presidente statunitense Donald Trump, inizialmente attivo nel promuovere una soluzione rapida, sembra aver assunto una posizione più distaccata, dichiarando che Russia e Ucraina devono risolvere il conflitto autonomamente. Questo cambio di rotta ha sollevato critiche, con il presidente francese Macron che ha avvertito che l’incapacità di risolvere la crisi ucraina rischia di minare la credibilità dell’Occidente.
Prospettive future
Con la Russia che intensifica gli attacchi e l’Ucraina che risponde con operazioni audaci, come il raid in Siberia, la strada per la pace appare lontana. Gli analisti prevedono che senza un intervento diplomatico più deciso, il conflitto potrebbe protrarsi per mesi, con gravi conseguenze umanitarie. La proposta del Vaticano come sede per futuri colloqui, avanzata da Papa Leone XIV, è stata scartata da Mosca, che preferisce Istanbul.
La guerra Russia-Ucraina rimane un rompicapo geopolitico. Mentre i leader mondiali cercano una soluzione, le vittime civili aumentano e la diplomazia fatica a trovare terreno comune. Resta da vedere se le pressioni internazionali, incluse quelle di Trump e dell’Europa, porteranno a un cessate il fuoco o a un’escalation del conflitto.