Ottobre 7, 2025

Tensioni al Confine di Gaza: Israele Prepara Operazioni Militari

In un clima di crescente tensione, l’esercito israeliano ha intensificato la presenza militare lungo il confine con Gaza, ammassando tank e veicoli blindati presso il valico di Kerem Shalom, vicino a Rafah. Questo movimento di truppe sembra preludere a un’operazione di invasione della città di confine, considerata l’ultima roccaforte di Hamas nel sud di Gaza.

Le forze israeliane, dopo aver completato i preparativi per un’entrata a Rafah, attendono ora il via libera dal gabinetto di guerra. La brigata 162, precedentemente dislocata nel nord e nel centro della Striscia, si è ora avvicinata alla città meridionale, segnalando un imminente incremento delle operazioni militari.

Gli Stati Uniti, pur esprimendo contrarietà all’operazione e cercando di persuadere Israele a esplorare altre strategie contro Hamas, hanno anche guidato la formazione di una coalizione internazionale che chiede il rilascio immediato di tutti gli ostaggi a Gaza come condizione per un cessate il fuoco. A questa iniziativa hanno aderito 18 Paesi, tra cui Francia, Germania e Gran Bretagna.

Sul fronte palestinese, Sami Abu Zuhri ha respinto le pressioni americane, insistendo sulla fine della guerra come parte essenziale di qualsiasi accordo di pace. Nel frattempo, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha espresso preoccupazione per le possibili “conseguenze catastrofiche” di un esodo di sfollati palestinesi verso il Sinai, opponendosi fermamente a una migrazione forzata.

L’Egitto, attualmente in prima linea nelle trattative, ha presentato una proposta che prevede il congelamento dell’assalto a Rafah in cambio di un avanzamento nei negoziati. Hamas ha proposto un cessate il fuoco di un anno in cambio della sospensione degli attacchi contro Israele, mentre una delegazione egiziana è attesa a Tel Aviv per discutere ulteriormente la questione.

La situazione rimane tesa, con Hamas che continua a presentare richieste difficilmente accettabili per Israele, come una tregua di cinque anni in cambio della creazione di uno Stato palestinese entro i confini precedenti al 1967. John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli USA, ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti alla soluzione a due Stati, sottolineando la necessità di una leadership impegnata alla pace da entrambe le parti.

Israele, da parte sua, sembra pronta a presentare un nuovo schema di accordo che prevede la liberazione di 20 ostaggi in cambio del ritorno dei civili palestinesi nel nord di Gaza. Tuttavia, la fine della guerra non è ancora stata dichiarata, lasciando aperte molte questioni e incertezze sul futuro immediato della regione.

Related Post